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LA  PATRIA

In genere, la nostra formazione di occidentali, basata sull'istituzione dello Stato moderno, tende a suggerirci una risposta di tipo politico e territoriale. Di solito si definisce la patria come il «paese comune ai componenti di una nazione, cui essi si sentono legati come individui e come collettività, sia per nascita sia per motivi psicologici, storici, culturali e simili».
In effetti, l'etimologia di «patria» deriva da «terram patria(m)», «terra dei padri»; ma i padri, per gli antichi, non sono necessariamente presenti in un luogo fisico. Si pensi ad Enea che viaggia per tutto il Mediterraneo con gli dei penati di Troia: la patria, per lui, è a bordo delle navi, o sulle spiagge che via via egli e i suoi compagni toccano nel corso delle loro peregrinazioni; e, alla fine, è ristabilita presso le foci del Tevere, in Italia.
Ma c'è una maniera ancora più spirituale di intendere la patria, che è propria dei popoli nativi - da noi chiamati, a lungo, «primitivi» o, addirittura, «selvaggi» -, ed è quella di identificarla con una modalità dello spirito, come un fatto essenzialmente religioso: certo legato ad un luogo fisico, ma non in senso giuridico-territoriale.
Che cosa è la patria, oggi? E che cosa vuol dire, amare la propria patria?
Fino a qualche decennio fa, la risposta sarebbe stata abbastanza semplice, almeno per le persone comuni: la patria coincide con la comunità nazionale; è il luogo dove affondano le proprie radici, a cui sono legati i ricordi e le tradizioni, ove vivono coloro che amiamo, che ci sono simili, che parlano la nostra medesima lingua, che partecipano dei nostri stessi valori, che condividono con noi un orizzonte di senso.
Amare la patria, quindi, significava onorare, rispettare ed essere pronti a difendere, se necessario, tutte quelle cose, anche a costo dei più grandi sacrifici: perché vivere senza di essa era considerato impossibile, o, quanto meno, innaturale e triste e addirittura indegno di un essere umano nel pieno significato della parola.
Ma oggi, nell'era della globalizzazione, delle multinazionali, delle migrazioni di massa, delle società multietniche e multiculturali, non è più così facile dare una risposta a quelle domande.
Questo concetto è divenuta vago, sfumato, quasi evanescente; i suoi confini, sempre più labili e indistinti; i suoi valori, sempre più pallidi e sfuggenti. E come è possibile amare un concetto così vago e indefinito?
Siamo arrivati al paradosso che si ricomincia a parlare di patria, da alcuni anni a questa parte, quasi solo in funzione di un rifiuto del diverso; e la patria, che da tanto tempo non faceva più battere i cuori di nessuno, sembra tornata in auge, ora che si tratta di contrapporla ad altri contesti culturali, di usarla come un'arma, come un clava da brandire contro il «nemico», reale o anche solo potenziale.
L'idea di patria, in questo caso, conosce una seconda fioritura, ma solo in funzione negativa: non per esprimere ciò che si ama e in cui si crede, ma solo per respingere ciò che non si vuole, ciò che preoccupa o che spaventa.
È triste; ed è una forma d'ipocrisia, di disonestà intellettuale. Una patria ideale è  in grado di accogliere tutti, proprio perché si fonda su ciò che di più autenticamente umano è nell'uomo.
Attenzione: abbiamo detto che «può» accogliere tutto; non che essa «deve» accogliere tutto: e questo è il punto che segna la differenza con un certo cosmopolitismo   irresponsabile, secondo cui tutto, prima o poi, viene digerito da una determinata società, anche gli innesti più artificiali e irragionevoli, dato che le società è capace di assimilare e metabolizzare qualsiasi cosa  e, come se non bastasse, in tempi straordinariamente rapidi.
Invece non è così.
Certo, la tensione e il conflitto non possono mai essere eliminati del tutto; e, fino ad un certo punto, ciò non sarebbe nemmeno auspicabile, in quanto sono, anche, l'espressione di una sana e vivace dialettica interna, che attesta il buono stato di salute di una determinata società.
Fino ad un certo punto, però.
Vi è un punto di non ritorno, dove le lotte tra popoli divengono una spirale puramente distruttiva, che nessuno potrebbe augurare responsabilmente alla propria patria, se davvero la ama e la vuole vedere prospera.
Ma esistono, oggi, persone abbastanza innamorate della patria, da avere il coraggio civile di dire queste verità, talvolta scomode, quasi sempre impopolari; e da essere disposte a pagare, sulla propria pelle, il prezzo richiesto per difenderle e portarle avanti, senza lasciarsi intimorire da ricatti e minacce?

Federico Di Tullio

la patria

I RIFIUTI, L’OTTAVA PIAGA…

 

Come narrato nelle sacre scritture, le piaghe che hanno afflitto l’Egitto sono state terribili catastrofi che hanno piegato un popolo alla volontà di una divinità. Analogamente a quanto accadde in Egitto la nostra amata Terra è afflitta da una piaga reale, che giorno dopo giorno, lentamente ma inesorabilmente sta portando il pianeta alla rovina.

La problematica dei rifiuti è sotto gli occhi di tutti noi, essa non è presente come si suole pensare solo nelle strade di grandi città o piccoli comuni, ma tutto ciò che è “bene pubblico” purtroppo viene contaminato dal degrado, come ad esempio i mezzi pubblici. Pensiamo a quante volte siamo saliti su un autobus e abbiamo trovato gomme da masticare, cartacce, fazzoletti usati…pensiamo a quante volte camminando per strada la nostra attenzione è stata rapita da sacchi della spazzatura sui cigli dei marciapiedi, magari con il cassonetto poco più avanti…

Facciamoci delle domande e cerchiamo di capire di chi potrebbe essere la colpa, credo che la risposta sia scontata ma non del tutto banale…i colpevoli siamo tutti noi.

È l’uomo la causa dell’inquinamento, delle continue montagne di rifiuti che sporcano le nostre belle città e i nostri pittoreschi paesi.

Negli ultimi anni sono state messe in atto politiche atte a favorire il riciclo dei rifiuti per cercare di ridurre l’impatto ambientale che questi hanno sull’ambiente, non in ultimo è stata introdotta in tutti i comuni dei castelli la raccolta differenziata, con lo scopo anche di sensibilizzare la collettività verso questo grande problema che è l’inquinamento. Ma non credo che basti.

C’è bisogno di un cambiamento forte, non solo perché imposto dalla normativa ma perché se ne senta il bisogno. La legge può aiutare a mutare molti comportamenti, tenendo a bada atteggiamenti sbagliati e condotte poco rispettose, ma finché non si capirà che rispettare l’ambiente vuol dire volere il bene degli altri ma soprattutto il proprio bene, purtroppo le leggi verranno infrante nonostante le sanzioni applicate.

L’augurio più grande è che la società impari dai propri errori, che tutte le persone riescano a capire che l’ambiente è un grande patrimonio per l’umanità intera, il quale di certo non merita questo trattamento dal momento che l’ambiente è vita.

 

 

Alessandra Colini 4°E

Veronica Vidotto 4°G

I rifiuti...

<< RICORDO BENISSIMO QUANDO HO DOVUTO CONSEGNARE LA RADIO>>

In occasione della settimana della Memoria, ricordiamo l’intervento di Enrico Modigliani al “Liceo Mancinelli-Falconi”

Il giorno 22 Novembre 2016, grazie alla preside e ai professori del Dipartimento di Storia e Filosofia, i ragazzi delle classi quinte hanno avuto l’onore di conoscere il signor Enrico Modigliani, sopravvissuto al rastrellamento di Velletri e testimone oculare dei fatti avvenuti nell’Italia fascista tra il 1943 e il 1945. Come ha ricordato brevemente la preside, il signor Modigliani, che può vantare tra i suoi antenati il nonno, eroe della Grande Guerra, era solo un bambino in quei giorni e, grazie a lui, oggi anche la storia della comunità ebraica di Velletri è conosciuta in tutta Italia.

Il signor Modigliani si è da subito dimostrato una persona gentilissima, disponibile e alla mano, ben disposto a rispondere alle mille curiosità degli studenti, a raccontare la sua storia e quella della sua comunità. Dopo la pubblicazione della traduzione italiana de “La Difesa della Razza” gli ebrei italiani vennero nuovamente rinchiusi nei ghetti (ndr si ricorda che, con la Breccia di Porta Pia del 1870, gli Ebrei romani diventavano cittadini uguali agli altri, senza l’obbligo di vivere nel ghetto, che a Roma si trova nei pressi del Portico d’Ottavia), mentre in tutte le città, Velletri compresa, veniva affisso un avviso molto particolare quale la “Denuncia di appartenenza alla razza ebraica”, alla quale la famiglia di Enrico rispose il 3 Marzo 1939, poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale il 1 Settembre di quell’anno: in quanto ebrei, i Modigliani furono intimati a consegnare la radio. Enrico ricorda <<come se fosse ieri>>  il giorno in cui accompagnò il padre al commissariato per consegnare la loro tanto amata radio Philips di legno, tanto che si era ripromesso di andarla a riprendere una volta finita la guerra, ma, al suo ritorno, << il commissariato era stato distrutto>>. Gli anni passarono per i Modigliani e Enrico passa a raccontare dell’anno più lungo per la sua famiglia: il 1943. Per un certo verso quell’anno iniziò bene per loro, dal momento che al padre era stato permesso di lavorare come rappresentante di una ditta di Novara, ma questo non bastò a distoglierli dalle preoccupazioni che li circondavano: a poco più di due anni dall’entrata in funzione dei campi di sterminio in Polonia, il 25 Settembre 1943 i nazisti ordinarono alla Comunità Ebraica di Roma di consegnare 50 kg d’oro , oppure 200 capi famiglia sarebbero stati immediatamente arrestati. In media, ogni ebreo, così come lo stesso padre di Modigliani, consegnò 60g d’oro, capacità che sarebbero state insufficienti senza l’aiuto delle famiglie non-ebree e del Vaticano: grazie a loro, la comunità consegnò ben 52 kg d’oro, ma il pericolo per loro era costantemente dietro l’angolo. Alla notizia del rastrellamento del ghetto di Roma,  i Modigliani si mossero immediatamente verso la campagna,  il padre e il nonno in località Acquapalomba, mentre Enrico, con la sua mamma e la sua sorellina nata da pochi mesi, si trasferirono clandestinamente presso la famiglia Cervini. Per un po’, vissero “tranquillamente”:  poco dopo il rastrellamento del ghetto di Roma, la famiglia venne a sapere dai loro protettori che tutti gli uomini, le donne e i bambini arrestati erano stati tenuti nei pressi del Vaticano per un paio di giorni, senza che il papa potesse fare qualcosa per aiutarli, per poi mandarli verso la Polonia; questa orribile notizia seguì di pochi mesi quella dell’arresto della famiglia di uno degli amici più cari di Enrico, denunciati da un giovane rifiutato dalla sorella mentre festeggiavano la Pasqua. Quando fu ordinato il censimento delle campagne, il padre si mise subito in contatto con la Resistenza, la quale offrì ad Enrico e la sua famiglia dei documenti falsi: adesso erano i Macchia, ma non lo sarebbero stati per molto. Il signor Modigliani è infatti arrivato a descrivere l’anno 1944, più precisamente il 4 Giugno, giorno in cui anche gli Americani liberarono Roma. <<Il giorno più bello della mia vita>> dice Modigliani con tono felice <<I tedeschi, mogi, mogi, se ne andavano con gli asinelli, la macchinuccia, a piedi (..) Arrivavano gli Americani con i carri armati, grandi, a stelle e strisce, che lanciavano caramelle, cioccolatini, chewing-gum con cui a momenti mi strozzavo, perché non sapevo che bisognava solo masticarla>>.

Gli studenti sono stati attenti tutto il tempo, senza mai interrompere il signor Modigliani, con gli occhi fissati sullo schermo che mostrava vecchie foto e vecchi documenti. Alla fine del suo lungo racconto, tutti erano in piedi ad applaudire quell’uomo coraggioso, forte, che mostra con orgoglio la foto scattata pochi anni fa, in cui è ritratto con la moglie, i figli e i nipoti.

 

Solamente Iddio ha diritto di dimenticare. Gli uomini hanno il dovere di ricordare.” – C. Mori

 

 

Artemisia Moletta, VB

Ricordo benissimo...

“Riso Amaro”: l’arte e la riflessione contro la violenza sulle donne

Parlare di violenza non è mai semplice. Perché, di fatto, la violenza è inumana, anzi è quanto di più lontano dall’umanità possa esistere. Parlare di violenza richiede sempre un grande sforzo, un grande tatto, un grande rispetto: si tratta, infatti, di un fenomeno complesso, molte volte poco visibile o addirittura invisibile, che si presenta con infinite forme.

Troppo spesso la riflessione su argomenti così delicati viene affrontata in modo superficiale e improprio, con distacco. Parlare di violenza spaventa, soffoca, distrugge: questa è la verità. Dal 1999 il 25 novembre di ogni anno ricorre la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, una giornata dedicata alla riflessione e alla lotta alla violenza di genere. Infatti l’unico modo per sconfiggere questi fenomeni umani così radicati e subdoli è la rivoluzione del pensiero, una rivoluzione che deve partire in primis dalla consapevolezza, dalla resistenza e dalla lotta.

 In occasione del 25 novembre è stata organizzata da “Unicoop Tirreno” una splendida mostra a tema, proprio al fine di sensibilizzare e spingere alla riflessione. Oltre 60 vignettisti, uomini e donne, di tutte le età, provenienti da ben 24 paesi di tutto il mondo hanno proposto una loro visione del tema, e hanno rappresentato le loro riflessioni, le loro idee in vignette satiriche spingendo tutti i visitatori della mostra a fare i conti con la propria interiorità più profonda, con gli angoli più intimi della loro soggettività, utilizzando il potente strumento dell’ironia e del “Riso Amaro”.

Si tratta di una mostra di intensità espressiva altissima, le vignette trasmettono in maniera immediata e con estrema efficacia messaggi davvero complessi, sembrano urlare mille significati e lo fanno comunicando intimamente con osservatore. Ogni persona può, infatti, “leggere” il disegno usando le proprie inclinazioni, il proprio essere, la propria sensibilità e soprattutto la propria umanità. L’arte è, infatti, il mezzo comunicativo più irrazionale ed emotivo che esista, e, proprio per questo, il più profondo e il più vicino al cuore di tutte le persone.

La mostra “Riso Amaro” è stata allestita all’interno del centro commerciale “Euroma2”, in un luogo frequentatissimo, soprattutto in questo periodo natalizio, per gli acquisti. La scelta della location è legata all’intento di spingere alla riflessione un numero il più possibile alto di uomini e di donne, proprio al fine di sensibilizzare alla consapevolezza.

Il giorno 24 Novembre la mostra è stata visitata dalle classe 4H e 5H del Liceo delle Scienze Umane Mancinelli-Falconi di Velletri. I ragazzi hanno potuto assistere a una breve presentazione della mostra, all’incontro con alcuni artisti che hanno esposto le loro vignette e, soprattutto, hanno potuto osservare i disegni. La visita autonoma della mostra è stata un’esperienza altamente formativa, soprattutto a livello umano. I ragazzi hanno potuto soffermarsi ad osservare e interpretare le vignette che sentivano più vicine al loro essere e hanno potuto chiedere delucidazioni agli autori presenti.

Moltissimi disegni hanno avuto la capacità di rapire totalmente i ragazzi, che hanno quasi dimenticato di essere in un centro commerciale. Così, fra immagini di donne che abbracciano uomini-bomba, che baciano pugni, che corrono su lame affilare, che accettano i fiori insieme agli schiaffi, che sono mute e attonite, incatenate o intrappolate, ogni ragazzo ha potuto riflettere, mettere in moto meccanismi di riflessione e di critica. Parlare di violenza è difficile, ma si può. E il “Riso Amaro” è sicuramente uno dei mezzi più efficaci per formare le coscienze.

Chiara Borri, V H

riso amaro

Lo sciopero scade nell'indecenza? La preside si pone dalla parte degli studenti, forse nel caos si intravede la chiarezza.


Una giornata lunga, stancante e nervosa per gli studenti del Mancinelli e Falconi, piena di emozioni e voglia di cambiare le cose in meglio.
La giornata si è aperta con la presenza della preside Alessandroni che ha cominciato ad abbattere le solide convinzioni di alcuni pionieri dello sciopero, i quali, già avevano proposto di riprendere le lezioni e organizzare una protesta che coinvolgesse anche altre scuole. 
Sembrerebbe, quindi, che i pionieri dello sciopero odierno siano stati sia studenti che hanno approfittato per astenersi da interrogazioni e compiti in classe, sia studenti che credevano fermamente nello sciopero bianco come soluzione.
La preside afferma che le temperature sono state misurate con macchinari specifici dai tecnici ieri all'una meno dieci, che hanno rilevato una temperatura di 18 gradi nelle classi, tranne in una (sotto riporto foto della mail inviatami). Inoltre la Dottoressa si è mostrata dispiaciuta difronte allo sciopero ed ha consigliato vivamente agli alunni di riprendere le lezioni perché come sostiene il documento di sicurezza dell'Istituto “temperatura minima sopportabile per attività sedentarie: 15 gradi".
“Sono preoccupata sia per la sicurezza dell'Istituto, ma soprattutto per gli alunni che si troveranno senza voti alla fine del quadrimestre, spero, quindi, di non riscontrare lamentele se qualche professore dovesse mettere insufficienze” afferma la Dottoressa preoccupata anche per l’immagine dell'Istituto. 
Molti studenti non danno credibilità alla preside ed alle sue parole e per ciò la Dottoressa si è mostrata dispiaciuta e disponibile a dare il meglio di sé per risolvere la situazione ponendosi al fianco degli studenti.
La protesta, oggi, si è dimostrata fallimentare ed inutile vista la massa di studenti che approfittava del tutto per giocare a carte e saltare le lezioni. Tutto ciò ha portato l’indignazione dei pionieri della protesta, dei rappresentanti, personale scolastico, presidenza, professori ed alcuni alunni che hanno deciso l'arresto dello sciopero bianco optando per altre soluzioni, che prevedono una specie di autogestione o la rotazione delle classi.
Di certo la confusione di questi giorni è stata generata dalla poca chiarezza dei fatti da parte del vicepreside, che affermava di aver chiamato la Asl, mentre la preside dice che la Asl si occupa solo di situazioni igieniche ed Ardiola, una pioniera dello sciopero, si è informata che alla Asl non è arrivata nessuna dichiarazione.
La protesta comunque va avanti, in altre forme, ma va avanti. Gli alunni protestanti, però, sottolineano che la protesta non è per le temperature che si raggiungono in classe, ma per i riscaldamenti non funzionanti. 
“Le temperature scendono al di sotto dei 18 gradi e fa freddo!” Lamenta Ardiola, mentre la preside: “la norma dice che fino a 15 gradi è una situazione di accettabilità della classe.”
“Perché devo accettare e sopportare una temperatura inferiore ai 18 gradi?”
“Perché la norma lo prevede. Non si possono arrestare le lezioni finché le aule non raggiungono una temperatura inferiore a quella a norma” Dichiara Alessandroni.
Ma i riscaldamenti funzionano? La preside sostiene di sì perché le temperature si sono rilevate a norma e lamenta anche che alcuni alunni spengono i condizionatori e aprono le finestre per far scendere la temperatura appositamente per poi scioperare!
L’unica classe non a norma è il 4C, per la quale una soluzione si può trovare facilmente.
“È da anni che il riscaldamento non funziona, lo afferma anche Corvi che ci sono malfunzionamenti, lo sciopero è per questo non per le temperature” sostiene un'alunna, mentre alcuni professori lamentano l’inutilità dello sciopero e la sua pessima credibilità.
“A mio parere siete dei viziati” afferma un professore: “Trovate la minima cosa per protestare rinunciando al vostro diritto di fare lezione. I professori saranno i primi a sostenerci per una causa giusta, ma non per questo e non in questo modo”.
Davide Asci

lo sciopero scade

Panico al Mancinelli e Falconi: la presidenza è preoccupata per la sicurezza, i rappresentanti d’ Istituto dicono di no allo sciopero, gli studenti sono ancora indignati.

 

La protesta continua: oggi caos e nervosismo generali hanno abitato l’ambiente scolastico al “Mancinelli e Falconi”. Prima dell’apertura della scuola, il rappresentante d’Istituto Guglielmo Corvi ha annunciato che le temperature degli interni rilevate oscillavano tra i 15 ed i 16 gradi centigradi. Al suono della campanella, invece, dopo nuovi rilevamenti ad opera della rappresentante Valeria Siracusa e del vicepreside Fratarcangeli  in ogni classe, la temperatura si sarebbe aggirata intorno ai 18 gradi nella maggior parte delle aule.  A questo punto molti studenti hanno cominciato ad avere dubbi riguardo l’attendibilità delle temperature rilevate e riguardo il corretto uso del termometro. Quest’ultimo è un “Sdt150 Summit”. Certamente chiunque abbia delle conoscenze in materia potrà valutare l’attendibilità delle misurazioni effettuate.

“Qui la temperatura è di 18 gradi! State scioperando  in corridoio per  18 e 19 gradi!” ha affermato al piano terra Valeria Siracusa, la quale, dopo una breve intervista, ha dichiarato che il termometro usato, di proprietà di un operatore scolastico, sarebbe stato prestato alla rappresentante stessa per le rilevazioni.

In molti si sono chiesti, a questo punto, per quale ragione il termometro usato da Corvi avesse rilevato una temperatura diversa rispetto a quella registrata, invece, dal vicepreside Fratarcangeli. Le possibili  risposte sono due: le temperature risultano differenti perché rilevate in orari diversi oppure perché uno dei due termometri è meno adeguato dell’altro.

“Il termometro usato da Fratarcangeli è adatto per misurare la temperatura nelle aule: è questo qua che si usa ed è sempre stato questo. Io e gli altri rappresentanti abbiamo comprato anche un secondo termometro simile al primo usato, che sembrerebbe essere anche meglio.” Ha risposto Corvi.

Ma come mai i due termometri segnano temperature differenti? “Non faccio il meteorologo, non lo posso sapere” ha risposto il rappresentante, mentre Fratarcangeli si è limitato a spiegare che solo la Asl può misurare la temperatura in modo corretto, ma quest’ultima, impegnata con altre scuole di Velletri, non è risultata disponibile alle verifiche. “La temperatura misurata con questo termometro è approssimativa e nelle aule non fa freddo, si potrebbe anche fare lezione e, per quelle con la temperatura sotto i 18 gradi, si può attuare il sistema di rotazione”.

I rappresentanti hanno dimostrato, come molti professori e la preside in persona, di essere contrari allo sciopero bianco perché “con questo non si risolve subito la situazione” e perché “si perdono ore inutilmente visto che la maggior parte delle classi ha una temperatura a norma”.

I rappresentanti, comunque, sottolineano di essere dalla parte degli studenti e ribadiscono di assecondare ogni loro decisione. Oggi, infatti,  sono stati visti scorrazzare in lungo e in largo per l’Istituto al fine di trovare una soluzione e  tranquillizzare gli studenti.

La presidenza, preoccupata, lamenta l’entrata degli esterni nella scuola ed il fatto che alcuni alunni,approfittando dello sciopero,  si stiano assentando da interrogazioni o compiti in classe e stiano tralasciando lo studio. Questo atteggiamento ha scoraggiato anche i pionieri della protesta, i quali, durante l’assemblea straordinaria di oggi, hanno denunciato il fatto, indignati.

Alcuni professori, invece, non sostengono affatto gli alunni e la loro protesta, annotando le assenze dall’aula, funzionali allo sciopero, sul registro di classe ed è subito polemica.

 Anche il personale scolastico lamenta alcuni atteggiamenti scorretti degli studenti che, sostando nei corridoi, hanno lasciato sporcizia.

“Ormai è da 5 anni che pago il contributo volontario e non abbiamo neanche il riscaldamento!” Lamenta Ludovica durante l’assemblea e subito i rappresentanti: “Il contributo non va a risanare il danno del riscaldamento” . Infatti è proprio il malfunzionamento dell’impianto del riscaldamento ad aver fatto scattare la protesta di questi due giorni, per coloro i quali ancora nutrissero qualche dubbio.

La scuola è in mano agli studenti ora, che per protestare hanno continuato a sostenere lo sciopero bianco ed hanno deciso di intraprendere una manifestazione con altri Licei.

Davide Asci

Panico al Mancinelli
ermes society
LIBRINFIORE
sisma
protesta

"La protesta attuata in data odierna non è nata con lo scopo di perdere tempo, ma di investirlo per ottenere qualcosa di migliore. Se ci avessero riferito chiaramente della situazione sicuramente non si sarebbe arrivati a creare file per i corridoi, così come è accaduto. Credo che ogni azione abbia la sua reazione, e credo che nessuno abbia la capacità di dire se sia giusto o sbagliato, ma il diritto di aderire o meno. Credo che i rappresentanti d’Istituto, in generale, non siano dei supereroi, e prima che loro rappresentino me, sono io a rappresentare me stessa. È una lotta questa che persiste da anni, per medesime ragioni, o per ragioni differenti, ma con un obiettivo comune, il diritto alla scuola, un diritto che in molti paesi ancora oggi è stato vietato. Noi che lo abbiamo dobbiamo mantenerlo, e questo non significa accontentarci, perché il diritto non prevede l’accontentarsi,ma prendercene cura. Oggi in una forma ambigua, nel nostro piccolo, ognuno di noi ha contribuito a fare ciò. Sicuramente i riscaldamenti non inizieranno a funzionare da domani, sicuramente i responsabili non si prenderanno la briga di venire a vedere la situazione, ma sicuramente hanno visto che ci stiamo muovendo, che gli studenti delle classi superiori di tutte le scuole dei Castelli si sono mossi, che sono parte attiva della società e che continueranno a salvaguardare i propri diritti, a proteggerli e a sacrificarsi per essi: come l'uomo nella maggior parte dei casi ha fatto utilizzando le possibilità che aveva, noi oggi ci siamo mossi in base alle possibilità. Non importa chi pensa sia inutile, l'uomo criticherà sempre l'altro e di conseguenza varrà sempre la pena comportarsi seguendo il proprio credo, il proprio bene, e se quest'ultimo combacia con altri ancora meglio, ancora più semplice combattere. Non importa di coloro che ridono definendo ridicole le nostre cinque ore per i corridoi speranzosi di aver agito per il giusto, non proveranno mai forse quella soddisfazione. Importa continuare a lottare. C'è un detto che afferma: "Ricordate una massima antica: un ramoscello, con le mani, lo può spezzare chiunque, ma dieci ramoscelli legati insieme è molto molto difficile spezzarli..." grazie per aver collaborato, per averci creduto, per aver sostenuto non solo un vostro diritto ma anche il mio.

Ardiola Kolaveri

La protesta attuata

PROTESTA AL MANCINELLI E FALCONI: “VOGLIAMO I RISCALDAMENTI NELLE CLASSI!”

Dopo le vacanze natalizie gli studenti del Mancinelli e Falconi si sono ritrovati una bella sorpresa.

Mercoledì 11 gennaio 2017 alle ore 9, l’Istituto Mancinelli e Falconi alza la voce e pretende riscaldamenti funzionanti in tutte le classi, ma la Asl ancora non si fa vedere. Nonostante alcune classi abbiano questo “privilegio”, che sarebbe un diritto di tutti gli studenti, tutte le classi dell’Istituto si sono unite in solidarietà in una giornata di sciopero bianco, abbandonando le proprie classi e radunandosi tutte nei corridoi dei vari piani.

La protesta è partita dalla classe 5F che ha coinvolto tutto l’Istituto in uno sciopero generale. Gli studenti oggi lottano per i propri diritti, e continueranno a scioperare nei giorni a seguire anche attraverso manifestazioni alla Provincia e intercettazioni presso i Carabinieri di Velletri, che proprio in data odierna provvederanno a valutare la situazione dell’ambiente scolastico.

Oggi niente lezioni per le classi del Mancinelli e Falconi: “Ci rifiutiamo di fare lezione in un ambiente non idoneo, con temperature al di sotto dei 18 gradi previsti dalla legge”. Infatti la temperatura raggiunge i 15 gradi, ma nessuno può essere certo di questo perché il termometro usato dal vicepreside e professori segnala una temperatura diversa da quello usato da alcuni responsabili di istituto. Alcuni studenti, increduli delle temperature dichiarate, hanno misurato la temperatura interna con degli iphone e, in alcune classi, la temperatura potrebbe addirittura raggiungere i 2 o 3 gradi centigradi! Si può solo immaginare il disagio che si sono ritrovati ad affrontare gli studenti dopo delle serene vacanze natalizie. Di certo il loro 2017 inizia con una vera e propria protesta e lotta per il diritto allo studio in condizioni ambientali decenti!

 

D’Uffizi Asia e Asci Davide

angels

IL SISMA DEL CENTRO ITALIA

IL PRESIDENTE FIRMA: SI PARTE CON LA RICOSTRUZIONE

Stanziati dallo Stato i fondi d’emergenza. Mattarella: << Il vero progresso solo insieme>>

 

L’11 Novembre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto bis sul terremoto, a seguito delle ultime scosse di fine Ottobre. Con questo decreto, lo Stato ha stanziato fondi che saranno interamente devoluti alla costruzione dei nuovi complessi abitativi <<smart>> per gli sfollati di Amatrice, Arquata Del Tronto, Visso e Norcia, oltre che per la sistemazione o ricostruzione del patrimonio architettonico e artistico danneggiato dal flusso sismico che dal 24 Agosto non smette di smuovere il Centro del nostro paese. Dice infatti il Capo dello Stato: "La ricostruzione dei beni culturali e artistici è necessaria, non meno delle case e delle fabbriche, delle scuole e delle piazze perché sono parte di un'identità personale e collettiva, e sono moltiplicatori di forza sociale". Sono infatti solo 350 le opere danneggiate di Spoleto, tuttora conservate nel deposito dei beni culturali della città umbra, poco lontana dai piccoli centri di Amatrice e Norcia; molti materiali autografi, come un presuntolibro del grande poeta e saggista Giacomo Leopardi, sono stati immediatamente trasferiti in luoghi più sicuri.

Impossibile non paragonare gli ingenti danni alle chiese e ai palazzi storici che questo terremoto ha provocato a quelli di quasi vent’anni fa. Nel 1997, infatti, la terra tremò in Umbria, distruggendo uno dei luoghi più importanti, non solo per l’Italia, ma per tutto il mondo: la Basilica di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, uno dei monumenti più visitati e apprezzati del mondo, che registrò danni di circa 1500 miliardi di lire. Fortunatamente, la Basilica di Assisi non ha registrato danni, ma la Basilica di San Benedetto da Norcia è crollata, lasciando solo il suo triste scheletro; per questo motivo,  il Presidente della Commissione Europea Junker ha subito stabilito l’invio di fondi alla città per la ricostruzione della Basilica del Santo Patrono d’Europa.

Il decreto firmato dal Presidente della Repubblica, prevede inoltre l’invio di 500 militari anti-sciacallaggio, insieme agli alpini del reggimento Vipiteno, che saranno stanziati non solo di fronte agli edifici più importanti e nelle città di Preci e Cascia, ma anche in luoghi meno conosciuti al grande pubblico, ma di eguale bellezza come la Chiesa della Madonna Addolorata di Norcia, uno dei luoghi più importanti della Valnerina.

Si ricorda che è stato riattivato il numero d’emergenza  45500: chiunque voglia donare due euro, può mandare un SMS.

 

Artemisia Moletta 5B

quel vergognoso giornalismo selettivo
la pena di morte

“Librinfiore”: sboccia una rigogliosa collaborazione tra scuole

 

Il giorno 10 Maggio 2016 presso l’Istituto Comprensivo Velletri Centro, scuola meglio conosciuta come G. Marcelli, si è svolta la terza edizione della manifestazione “Librinfiore”. Si tratta di una sorta di festa del libro per ragazzi e della lettura nonché dell’istruzione in generale. Questa manifestazione si inserisce nel progetto più ampio del “Maggio dei libri”, a cui quest’anno per la prima volta anche Velletri ha aderito.  Per “Librinfiore” sono state organizzate da insegnanti, tirocinanti e ragazzi svariate attività divertenti ed alternative che hanno coinvolto i bambini. Anche quest’anno, come nelle scorse edizioni, il nostro Istituto ha collaborato all’organizzazione dell’evento ed in particolar modo sono state coinvolte due classi del Liceo delle Scienze Umane, il 4h e il 4f. L’intera classe 4h si è occupata dell’allestimento dello spettacolo di marionette intitolato “La balena Arcobalena” tratto dall’omonimo libro per bambini di Massimo Sardi. Gli alunni si sono occupati dell’allestimento a tutto tondo, partendo dall’adattamento del testo alla recitazione fino alla recitazione stessa e al movimento delle marionette ma anche della scelta delle musiche e dei metodi di intrattenimento dei piccoli spettatori. Ripetuto per ben tre volte nel corso della giornata, lo spettacolo ha riscosso grandissimo successo e splendida accoglienza da parte dei bambini delle classi della scuola dell’infanzia ed elementare.  La classe 4f, invece, si è occupata dell’allestimento di alcune scenette tratte dal “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, recitate in inglese. Così, le cinque ragazze coinvolte ovvero Ardiola, Martina, Maria, Giorgia C. ed Aurora hanno ricreato la magica atmosfera di Verona all’interno della scuola, coinvolgendo i bambini che sono rimasti stupiti e divertiti dalla rappresentazione. “È stata un’esperienza indimenticabile trovarci a contatto con i bambini: ci ha fatto comprendere le ‘difficoltà del mestiere’ ma ci ha anche dimostrato che l’impegno viene sempre ripagato nel migliore dei modi” affermano le ragazze del 4f. Insomma quella del 10 Maggio è stata un’esperienza altamente formativa per gli alunni del nostro Istituto, sia a livello didattico che a livello umano. Un ringraziamento speciale va alla scuola G. Marcelli e a tutto il personale che ha accolto i ragazzi con estremo calore, alla nostra preside che è stata presente alla manifestazione e ha creduto nel progetto, alla professoressa referente G. Carbone, alla professoressa M. Montanaro che ha coordinato le attività del 4h ed infine alla maestra Melina Allegro, sempre pronta, disponibile, ed estremamente allegra. Presso il teatro Artemisio di Velletri, ad entrambe le classi sono stati consegnati degli attestati di partecipazione all’evento durante la premiazione finale del concorso letterario di “Librinfiore” a cui hanno partecipato numerosi ragazzi dell’Istituto Comprensivo Velletri Centro.

 

Chiara Borri 

DAMPT

IL NEGATIVO PROGRESSO DELL'INDUSTRIALIZZAZIONE

Ormai si sa, si sa che il mondo, i paesi e le città sono inevitabilmente entrate nelle strade tanto madri di progresso, quanto pericolose dell'industrializzazione: una modalità di commercio, di economia essenziale per la sopravvivenza di uno stato. Ovviamente essenziale non perché lo è realmente, ma perché la nostra società è stata investita da un capitalismo sfrenato, nel quale il denaro, e quindi l'economia, e quindi l'industrializzazione, è diventato indispensabile per la sopravvivenza. 
Oggi tutto è legato ad un costo, ad un codice, tutto deve essere meccanicamente rapido e competitivo. E' per questo che il reale problema non è solamente l'industrializzazione in sé, ma la sua velocità di sviluppo, che non si ferma davanti ai problemi ed alle esigenze della collettività, investendola.
E' così che il progresso prodotto da questa concezione di industrializzazione diventa un cancro maligno, dove il malato non è solamente la società, ma l'uomo; anzi, l'uomo diventa la malattia reale, è l'uomo che essendo così dipendente e simbioticamente legato al denaro, crea qualcosa  più grande di lui, senza pensare al domani. E di conseguenza si arriva alla perdita del vivere in comunità, di ascoltare, di pensare liberamente e non in dipendenza da qualcosa o a seconda dell'utile e dell'utilità, si arriva inevitabilmente alla solitudine tra la gente, tra le persone, ormai ridotte a macchine competitive, ormai trasformate in industrie di invidie e fabbriche di egoismi.
Gli interessi che contano sono sempre di più quelli personali e questo è il motivo della distruzione della nozione di comunità e dei sani valori un tempo radicati tra le genti.
Sicuramente un fattore importante per l'inizio della degenerazione del progresso dell'industrializzazione è stata l'entrata in scena della televisione nella società. E' da quell'anno, il 1934, che l'uomo, l'essere umano, è tramutato in essere programmato, in un automa.
E così tutto è diventato passivo. E' diventata passiva la politica, l'informazione, la libertà, la vita; è diventato passivo il progresso, il cittadino, e con lui anche la partecipazione nella cosa pubblica.
E' diventato passivo l'uomo, portandolo ad essere solamente di rado interessato e mai attivo nella società per cambiarla, inducendolo a campare di indifferenze.
Non è quindi il progresso in sé la causa della passività, bensì questa modalità e quest'uso del progresso.
Si è persa la voglia di combattere, di resistere, di vivere spruzzandosi d'oceano e camminare nella pioggia e nella tempesta, per conoscere l'inusuale ma vera felicità.
Abbiamo perso di mano l'andamento del mondo, la protezione del suo ambiente. E' per questo che quello che si pensava fosse progresso, ovvero l'industrializzazione, è diventata regressione, ma non perché l'uomo ha conosciuto il concetto di industria o di tecnologia, è diventata regressione perché non siamo riusciti a controllarne l'impatto che ha avuto e la sua avanzata, che è stata così veloce, così irruenta, rapida, frenetica che ha contribuito a distruggere il mondo. E' per questo che per salvarlo dobbiamo fare un passo indietro, per continuare ad andare avanti. Questo è e sarà il vero e sano progresso.                          

 

GUGLIELMO CORVI  IV A

castelli di cristallo
velletrade

Angels&Devils: l'associazione protagonista degli eventi di quest'anno!

A&D, che può essere sicuramente considerata la più attiva sul territorio di Velletri, è un'associazione culturale studentesca completamente apartitica, la cui finalità è la valorizzazione degli organi rappresentativi degli studenti e la realizzazione dello studente a 360 gradi. 
L'obiettivo primario che si è posto l'associazione nell'anno 2015/2016 è stato infatti quello di portare candidati nelle scuole superiori di Velletri per le elezioni come rappresentanti d'istituto, riuscendo a riportare a casa numerosissime vittorie, grazie anche a un (per)corso di formazione che i candidati A&D hanno potuto compiere nella loro sede.
Dopo numerose iniziative, tra le quali il cineforum e la partecipata presentazione dell'applicazione Velletrade in sala Tersicre, Angels&Devils ritorna con due grandi eventi:
il 28 e il 29 maggio presso villa ginnetti avrà luogo "Orientamenti": due pomeriggi di tutoraggio con studenti universitari provenienti da svariate facoltà, ai quali gli studenti delle scuole di Velletri potranno fare domande e ottenere dei chiarimenti per il percorso che vorranno intraprendere all'università,
Il 1 giugno invece presso casale Malatesta si svolgerà la festa dell'anno: il Summer break 2016 color festival edition, organizzata in collaborazione con la Tbe eventi e i rappresentanti A&D nelle scuole superiori. Una festa organizzata quindi dagli studenti per gli studenti. Un evento per festeggiare la fine della scuola e l'inizio dell'estate!
Un'altro progetto che il direttivo vorrebbe realizzare per il prossimo anno è quello della realizzazione di una radio online che andrà in onda direttamente dalla sede. Potrà essere una grande opportunità per dar voce ai tanti studenti e per diffondere la musica emergente della nostra zona.
L'associazione Angels&devils è situata in via Guido Nati 38 ed è aperta ogni martedì, giovedì e venerdì dalle ore 15.30 alle ore 19.30.

Guglielmo Corvi

                                                     La pena di morte: semplicemente inutile!

   Ancora oggi sono molti gli stati a praticarla, per vendicare un reato commesso da un criminale.

In molti stati è perfino consentito ai parenti della vittime assistere all’esecuzione.

  Ma è davvero giusto? E’ davvero utile,  sia sotto il punto di vista morale che pratico? La risposta è no.

Una delle prime riflessioni riguardo l’argomento è di Cesare Beccaria, che nel trattato “Dei delitti e delle pene” scriveva della logica assurda secondo cui per punire un omicidio lo stato ne commette uno a sua volta.

 Secondo alcuni studi, negli stati in cui è presente la pena di morte, gli omicidi non sono di meno bensì di più.  Questo probabilmente è dovuto al fatto che può spaventare di più una vita reclusi in prigione che una condanna dolorosa ma veloce. Per di più lo stato, uccidendo chi commette delitti, non è che dia una buon esempio, attuando questa specie di legge per contrappasso.

 Non a caso, in Giappone, tra il novembre del 1989 ed il marzo del 1993, quando le esecuzioni vennero sospese perchè i ministri di giustizia dell'epoca erano contrari alla pena di morte, il tasso di criminalità non aumentò, anzi diminuì.

Per di più la pena di morte è piuttosto cara! A questo punto non sarebbe più utile che i detenuti siano impegnati in lavori socialmente utili, che siano rieducativi e portino anche un guadagno allo stato?

  Sembra poi che la pena di morte sia anche razzista, dato che negli Stati Uniti la maggior parte dei condannati a morte sono di colore, nonostante questi comprendano solo il 12 % della popolazione.

  Ma una cosa davvero importante è: cosa succederebbe se l’imputato ormai condannato e già giustiziato si scoprisse innocente? È una cosa già accaduta e può sempre accadere.

  Come nel caso di  George Stinney,un ragazzino di colore di soli 14 anni giustiziato sulla sedia elettrica nel 1944. Dopo 70 anni è stata riconosciuta la sua innocenza, e la sua esecuzione è stata giudicata, oltre che un errore giudiziario, anche come un crimine razzista.

 Ricapitolando, una pratica inutile e disumana, che in sé non serve a nulla, non rieduca il detenuto, non cancella il delitto: semplice vendetta ma non di certo giustizia!

Asia Yakoubi

ma è davvero guerra?

DAMPT CT

PRODUCTION

La scuola Mancinelli-Falconi  ha aderito al progetto formativo denominato  STUDENTS LAB, che prevede ore di alternanza scuola-lavoro per le classi 3°. Siamo un’azienda cinematografica, denominata  DAMPT CT, composta da 7 alunni della classe 3f, la quale produce cortometraggi a sfondo educativo per adulti e bambini.

La mini company è guidata da un trainer e un docente, sta sperimentando cosa significhi inserirsi nel mondo del lavoro. Ognuno dei partecipanti si occupa di un aspetto diverso della gestione aziendale. Infatti ogni studente è responsabile  di un ruolo che dovrà svolgere con attenzione e dedizione. La DAMPT CT esporrà, nella Fiera Locale,il 6 giugno nel centro commerciale di Casal Bertone i propri servizi e le attività svolte, che verranno valutate da una giuria qualificata. Si confronterà, inoltre, con le altre imprese nate nel suo stesso istituto, al fine di una sana competizione che sarà utile al futuro lavorativo dei giovani coinvolti.

Sei un insegnante? Sei un genitore? Noi produciamo video didattici per alunni e cortometraggi comici a sfondo educativo per i vostri figli!

Il nostro motto è “l’educazione passa per la settima arte”.

La nostra mission?         

Trasmettere messaggi educativi e nozioni didattiche attraverso prodotti-audio e cortometraggi.

La nostra vision? 

Far capire che niente è impossibile, con il lavoro di squadra non si conoscono ostacoli. Il successo è a portata di mano ....anzi di cortometraggio!

Visita il nostro sito: http://damptct.weebly.com/

Visita la nostra pagina Facebook: https://www.facebook.com/damptct/?fref=ts

Federico Di Tullio 3F

Imposimato

Ermes Society: una nuova realtà d’impresa al Liceo Mancinelli-Falconi

 

Nasce una nuova realtà d’impresa al Liceo Mancinelli e Falconi di Velletri. Un gruppo di 12 studenti della classe terza sezione C dell’istituto ha aderito al programma formativo .com (promosso dall’Associazione Students Lab Italia e da IGS s.r.l.), che si realizza attraverso la creazione e la gestione di laboratori di comunicazione e pubblicità in ambiente scolastico. Quest’attività consente agli studenti di immergersi nella comunicazione a 360°, di sviluppare competenze in pubblicità, giornalismo e organizzazione di eventi, ma anche di imparare a lavorare in gruppo, far emergere vocazioni e potenzialità così da responsabilizzarsi. La mini company -Ermes Society-, costituita da questi 12 ragazzi e guidata da un trainer e un docente, sta sperimentando cosa significhi inserirsi nel mondo del lavoro. Ognuno dei partecipanti si occupa di un aspetto diverso della gestione aziendale, dalla produzione alla vendita, al budget e all’organizzazione di eventi. La Ermes Society esporrà, nella Fiera Locale, i propri servizi e le attività svolte, che verranno valutate da una giuria qualificata. Si confronterà, inoltre, con le altre imprese nate nel suo stesso istituto, al fine di una sana competizione che sarà utile al futuro lavorativo dei giovani coinvolti.

 Il Progetto STUDENTS LAB, nei suoi tre programmi formativi .com, .bitz e .tech, mira alla crescita del capitale intellettuale e alla formazione degli studenti all’etica degli affari e alla legalità, attraverso la metodologia del learning by doing.

Sara Sabetta – 3^C

incontro con.. enrico modigliani

VelleTrade: l'applicazione che semplificherà i tuoi acquisti

 

Sabato 23 si è tenuta nella Sala Tersicore del comune di Velletri la presentazione di "Velletrade", l'applicazione realizzata dagli studenti della classe 4A dell'istituto "ITCS Cesare Battisti", insieme ai quali è nata un mese fa una proficua collaborazione con l' associazione culturale studentesca e apartitica Angels&Devils, che ha aiutato i ragazzi per l'organizzazione dell'evento.
La conferenza è stata aperta dal presidente dell'associazione A&D Luca Valvo, il quale ha spiegato la nascita della collaborazione e le finalità dell'associazione, che ha come scopo primario quello di unire le scuole e gli studenti di Velletri e dintorni. 
Parola poi al vicepresidente di A&D (Guglielmo Corvi), che ha comunicato ai partecipanti gli eventi che l'associazione sta organizzando nei prossimi mesi di maggio e giugno, tra i quali "orientamenti" :due pomeriggi di tutoraggio con studenti universitari, durante i quali gli studenti delle scuole superiori potranno avere dei chiarimenti per la facoltà universitaria che vorranno prendere (28-29 maggio, villa Ginnetti) e il Summer break: (in collaborazione con TBE eventi) la festa che ogni anno unisce le scuole superiori di Velletri, alle quali verrà devoluto parte del ricavato ottenuto. Ha poi concluso parlando del progetto della realizzazione di una radio online, che andrà in onda dalla sede dell'associazione, situata in via Guido Nati 38. 
Potrà essere una grande opportunità per dar voce ai tanti studenti e per diffondere la musica emergente della nostra zona.
Dopo l'intervento della prof.ssa Molinari, che ha elogiato l'operato dei suoi alunni, ha preso inizio la presentazione dell'applicazione, illustrata da tre studenti che hanno creato l'app insieme alla loro classe; Delia Agostinelli, Simone Epifani e Daniele Mammucari non solo hanno parlato della nascita di VelleTrade, ma anche delle dinamiche strutturali dell'app (scaricabile gratuitamente sia tramite Google Play sia tramite App Store) e delle finalità, tra le quali quella di stabilire da parte degli acquirenti un contatto con i commercianti e con le associazioni veliterne, per essere aggiornati sulle novità e sulle iniziative nella zona. Ai commercianti, alle associazioni e a chiunque volesse aderire, verrà data la possibilità di inviare notifiche di lanci promozionali o dettagli su eventi a tutti coloro che avranno installato l'applicazione. Ciascun utente ne verrà a conoscenza tramite una notifica istantanea, in modo tale da rimanere sempre aggiornato. VelleTrade è strutturata in modo semplice ed è facilmente accessibile a tutti. 
Il preside dell' "ITCS Cesare Battisti" Eugenio Dibennardo è intervenuto esprimendo un sentimento di gratitudine e un messaggio di speranza per i giovani che con impegno costruiscono il loro futuro.
Ha concluso la presentazione l'assessore alla pubblica istruzione Luca Masi, il quale ha posto l'accento sull'importanza della chiara e fruibile comunicazione, che sarà possibile avere grazie a "VelleTrade": un mezzo moderno che avvicina venditori e consumatori, i quali grazie a questo tipo d'informazione, sceglieranno di acquistare maggiormente sul territorio di Velletri.

                           

Guglielmo Corvi IV 

harry potter rona con l'ottavo libro dell

Giornate dello studente: perché scegliere il corso di filosofia Buddista?

 

“Ho deciso di vincere, per questo ho già vinto, perché la prima vittoria sta nella decisione”.

Il Buddismo è un mondo aperto a chiunque, non implica costrizioni ne doveri; è una religione che si basa sul concetto di rivoluzione umana, ovvero una trasformazione nel profondo di noi stessi, che va a toccare e tramutare le nostre paure e sofferenze in una forza di realizzazione che ha il solo obiettivo di Kosen-rufu (pace nel mondo).

Voglio ricordare che il corso è aperto a CHIUNQUE, anche di diversa religione e non si parla solo di meditazione, ma anche di attuare un cambiamento nella propria vita, di arrivare alla realizzazione e di superare le nostre sofferenze (che siano familiari, scolastiche o pene d’amore …)

 

La prima giornata del corso è stata a dir poco entusiasmante, sono contento di aver conosciuto tanti ragazzi e ragazze interessati a questo tipo di filosofia.  

Abbiamo parlato di tantissimi argomenti.

Nel primo turno: La storia del Buddismo e del Buddismo di Nichiren, Nam myo horenge kyo (pratica buddista), scuole buddiste e, in fine, una riunione sul tema dell’amore.

Nel secondo turno: la legge della vita, la basi del buddismo, daimoku e gongyo (preghiere buddiste), shakubuku (propagazione), Kosen-rufu (pace nel mondo), non dualità, i dieci mondi, il karma, causa ed effetto, la morte, il Gosho.

Tutti questi argomenti verranno ripresi e approfonditi diverse volte nelle introduzioni giornaliere del corso.

 

Siete curiosi di sapere gli argomenti di domani?

Domani si comincerà con una breve introduzione per arrivare a scoprire tutti gli “strumenti” che usano i buddisti durante la pratica, ascolteremo le diverse preghiere anche tradotte, parleremo della cerimonia dell’aria, dell’esperienze che hanno avuto personaggio come Tina Turner, Carmen Consoli, Roberto Baggio e termineremo con una riunione sul Bodhisatva Mai Sprezzante e la compassione.

 

Questo corso non ha una finalità nozionistica, vi prego di non cercare di imparare nomi o cose tecniche, ma di sforzarvi affinchè questi argomenti possano toccarci il cuore e possano emozionarci.

Lo scopo del Buddismo è l’universalità, riuscire ad arrivare al cuore di tutti, per questo io vi prometto che mi sforzerò minuto dopo minuto al fine di trasmettervi la grandezza e l’emozione che questa religione ha comunicato a me.

Con affetto,

 

Davide Asci 3F

SCUSATE SE SONO GIOVANE MA VORREI ESSERE ME

IL GIUDICE IMPOSIMATO INVITA I GIOVANI A BANDIRE LA RASSEGNAZIONE.

“LA VERITÀ È IL PRESUPPOSTO DELLA GIUSTIZIA”

 

L’incontro tra il triennio del “Mancinelli-Falconi” e il giudice Ferdinando Imposimato: tra esperienza di vita e realtà storica.

Il giorno 4 Febbraio, alcuni quarti e quinti del liceo “Mancinelli e Falconi” si sono recati alla conferenza con l’onorevole magistrato Ferdinando Imposimato presso il Cinema Augustus di Velletri. Dopo una breve introduzione da parte della preside Alessandroni, il giudice prendendo la parola, ha cominciato a raccontare le sue indagini a tutti gli studenti. “La verità è il presupposto della giustizia” può essere considerato il suo mantra: appare, infatti, come una persona bisognosa della verità, incorruttibile. In qualità di rappresentante della sinitra indipendente, si è interessato fin da subito alle infiltrazioni dei boss di Cosanostra tra gli “sponsor” delle grandi opere pubbliche a partire dagli anni ‘60, tra cui l’Autostrada Del Sole e l’Alta Velocità: dalle sue indagini, svolte con l’ausilio di investigatori professionisti e dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Imposimato scoprì i contatti tra i grandi imprenditori del Nord Italia e i boss di Cosanostra. Sfortunatamente, l’esito delle sue indagini creò grande scompiglio in Parlamento, che, rifiutandosi di votare la relazione delle sue indagini e i provvedimenti proposti dal giudice, si sciolse. Imposimato, che crede da sempre nell’avidità della stampa pubblica e del potere ufficiale, decise di pubblicare autonomamente i frutti delle sue indagini in un libro che diventerà “Corruzzione ad Alta Velocità”. La seconda fase del suo lavoro è invece dedicato alle grandi stragi di metà secolo, in particolar modo quella di Portella delle Ginestre, dalle quali trarrà inspirazione per un libro, e quella di Piazza Fontana. La terza fase, invece, è quella dedicata alla Mafia. Le indagini di Imposimato iniziarono nel 1972, proprio da Roma. Infatti la nostra regione già brulicava di boss mafiosi in quegli anni tra cui Badalamenti, legato a figure come Andreotti, l’allora presidente del Consiglio Italiano, e alla presidenza americana; Tuttavia, la presenza dei clan di Cosanostra in territorio laziale verrà messa a verbale sono l’anno successivo. Negli ultimi minuti del suo interessantissimo discorso a tutti gli studenti, ha ricordato suo fratello Franco, del quale si rivela più che orgoglioso, vittima “minore” di mafia. Dopo la morte di quest’ultimo, il governo italiano costrinse il dottor Ferdinando ad abbandonare le indagini, di cui avrebbe desiderato fermamente occuparsi, per motivi non ben chiari. “Meglio pagare un piccolo prezzo che vendersi alla politica corrotta” – ha affermato Imposimato a conclusione del suo discorso. La seconda parte della conferenza è stata invece dedicata alle domande degli studenti, i quali continuano a cercare risposte e opinioni autorevoli riguardo la “Buona Scuola”, argomento sul quale l’onorevole non ha speso troppe parole positive. Egli, infatti, considera questa legge  e soprattutto la sezione dedicata all’immissione in ruolo di più di 60.000 precari,  anti-costituzionale, citando in particolar modo l’art.38 che riguarda proprio i diritti dei disoccupati. Altro avvenimento storico che ha toccato direttamente la carriera di Imposimato è il caso Moro. Imposimato scoprì, ben trent’anni dopo la tragedia, un documento, conservato gelosamente da un marinaio,  che poi fu inviato alla marina italiana, inglese, tedesca e americana, che provava i rapporti tra Cosanostra e lo Stato Italiano, a quel tempo gestito da Andreotti, il quale riportava dettagliatamente le modalità di sequestro, che poi furono attuate dai rappresentati del “Gladio”, organizzazione segreta che mise in atto le stragi volute da Mafia, ‘Ndrangheta e Camorra. La conferenza si è conclusa in tarda mattinata, e tutti gli studenti, soddisfatti dall’esperienza, non hanno perso l’occasione di andare a stringere la mano a questo grande uomo, il coraggio del quale deve essere esempio per tutti.

 

Artemisia Moletta 4B

Harry Potter torna con l’ottavo libro della saga fantasy più amata che mai!

 

Da tempo ormai si parla del ritorno di Harry Potter ed è l’autrice J. K. Rowling a rendere realtà questo sogno. La Rowling ha dichiarato di aver deciso, mancandole troppo il suo protagonista, di scrivere un ottavo libro sulla storia di Harry Potter intitolato “Harry Potter and the Cursed Child” ovvero “Harry Potter e il bambino maledetto”. Inoltre la prossima estate i teatri di Londra ospiteranno questo nuovo capitolo del mago più famoso del mondo sottoforma di commedia! Queste sono le parole dell’autrice: “Sto da tempo scrivendo il continuo della saga. Dopo “Harry Potter e i doni della morte” ho pensato di chiudere la storia ma, negli anni, la saga mi mancava sempre più e così mi sono subito rimessa all’opera. Il libro non sarà più strettamente ambientato ad Hogwarts, Harry, è sposato, ormai con Ginny e di fatto, il libro si occuperà della storia fra i due, alle prese con i problemi quotidiani e con la lotta alle forze oscure. Chiaramente i protagonisti saranno sempre Harry, Ron, Hermione, ecc. Per quanto riguarda Voldemort o Silente, attenzione… Potrebbero ritornare”.

È una notizia eccezionale per i fun di Harry Potter che sono in trepida attesa!

UNA FOTO CHE FA PAURA.
perchè gli uomini uccidono le donne

QUEL VERGOGNOSO GIORNALISMO SELETTIVO

 

Ormai tutti i quotidiani non fanno altro che urlare allo scandalo per i fatti che hanno vista protagonista la città di Quarto, dove ci sarebbe stato un voto di scambio politico-mafioso e ricatti a danno della sindaco Rosa Capuozzo (M5s) da parte del consigliere comunale De Robbio (anch’esso eletto con il M5s), già espulso il 14 dicembre, poiché "il suo comportamento ha violato in modo grave, ripetuto e sostanziale gli obblighi assunti all'atto di accettazione della candidatura, e i principi fondamentali di comportamento degli eletti del Movimento 5 Stelle". Dopo alcuni giorni di indecisione, con un articolo sul blog di Beppe Grillo (La Cosa), viene resa pubblica la decisione di espellere la Capuozzo dal movimento pentastellato, poiché “è dovere di un sindaco del Movimento 5 stelle denunciare immediatamente e senza tentennamenti alle autorità ogni ricatto o minaccia che riceva”. L’errore di Rosa Capuozzo, ritenuta parte lesa, è stato quindi proprio quello di non denunciare tempestivamente i ricatti che stava subendo da De Robbio, anche se in alcuni di questi casi probabilmente il silenzio non è tanto sinonimo di complicità, quanto di paura. Ma le regole del movimento parlano chiaro e chi non le rispetta viene espulso: questo diventa un modo per non accettare voti inquinati e per dire, con la schiena dritta, no alla camorra. Gli altri santissimi partiti hanno subito attaccato i grillini, forse con l’unico interesse di levarseli una volta per tutte dalle scatole. Al question time di qualche giorno fa alla Camera, Alfano ha affermato che “non è escluso l’accesso ispettivo al comune di Quarto per verificare se sono stati rispettati i profili di legalità nell’azione amministrativa”. Bene, giustissimo, ma sinceramente Alfano che tratta di legalità è credibile come Cassano che fa una lezione di grammatica. Forse non si ricorda che nel ’96 ha presenziato al matrimonio della figlia del boss mafioso Croce Napoli o che, come ha riferito ai magistrati Salvatore Buzzi (il boss di mafia capitale), avrebbe avuto rapporti diretti con la cooperativa “La Cascina”, per la gestione del Cara di Mineo. Tutta questa ipocrisia fa molto ridere. Ma c’è dell’altro: Renzi ha affermato durante un’intervista per “La Repubblica” che i cinque stelle non hanno ormai più il “monopolio sulla morale”, dimenticandosi per un attimo del suo partito, nel quale se andrà avanti così, il numero degli indagati supererà quello degli incensurati. In un solo anno sono infatti più di ottanta gli indagati nel Partito democratico. La ramanzina sulla morale fatta dal PD al M5s suona quindi paradossale e alquanto ridicola, e giunti a questo punto si può ben affermare che dalla questione morale di Berlinguer i Dem non hanno ereditato un bel niente, al contrario, con il tempo si sono creati un profilo e un’indole che lo stesso segretario del PCI avrebbe criticato. Dopo le vicende di Quarto, il sindaco PD di Brenta G. Ballardini viene arrestato per peculato continuato, favoreggiamento personale e concorso in falsità ideologica (“La Stampa”); e non è finita: l’eurodeputato PD Nicola Caputo è indagato per voto di scambio e tutto questo pochi giorni dopo il caso Quarto, ma senza che i quotidiani ne abbiano parlato con lo stesso clamore. I giornali e l’informazione pubblica, facendo una selezione degli avvenimenti da trattare e restando silenti su altri, creano quel silenzio omertoso e vile, di un mero e disonesto giornalismo, che non riveste il suo ruolo primario di informare il lettore, ma punta unicamente a illuderlo.

 

GUGLIELMO CORVI – 4A

Mostra Senzatomica

   SCUSATE SE SONO GIOVANE MA VORREI ESSERE ME STESSO!

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

                      

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I casi di cronaca e le vicende di attualità presentano una società sgretolata e piena di    disagi: vedere il telegiornale e non ascoltare casi di bullismo, spaccio, stragi del sabato sera, omicidi, risse diventa un evento rarissimo, quasi improbabile.

Questo crescente disagio sociale sta sfaldando la comunità intera ma senza dubbio la fascia che più risente di questa triste realtà è la fascia giovanile.

I giovani, soprattutto negli ultimi anni vivono con estrema difficoltà il percorso dell’affermazione della loro identità: così il periodo adolescenziale si sta progressivamente allungando.

I giovani non sentono l’esigenza di diventare adulti, di lavorare, di sposarsi e di metter su famiglia.

Essi infatti “non desiderano entrare nella cosiddetta vita, che forse li impaurisce” sostiene P. Citati in un suo articolo1 .

I ragazzi temono il futuro, temono le responsabilità, tentano senza sosta di sfuggire, di nascondersi dalla realtà che considerano una grandissima minaccia da affrontare.

I giovani “non hanno volontà, non desiderano agire: preferiscono aderire, accogliere, lasciar affiorare in sé stessi la voce degli altri, della vita e del destino. Vivono in un misterioso torpore” continua P. Citati2.

I ragazzi infatti non hanno la voglia, il coraggio di imporre loro stessi, le loro idee e le loro decisioni, amano vivere nell’ombra, nascosti. Temono il giudizio altrui ma anche e soprattutto quello di loro stessi, hanno la convinzione di essere membri di una massa monotona, gocce di un oceano. Non esiste più la voglia di emergere, di realizzare i propri progetti, di distinguersi mettendo alla luce le passioni e le capacità che si possiedono.

“Pochi individui hanno una storia, un destino, un volto, e sono gli ospiti televisivi: tutti gli altri già a quindici anni avranno solo mutande firmate da mostrare su e giù per la Tuscolana e un cuore pieno di desolazione e di impotenza” sostiene M. Lodoli sulle pagine di “La Repubblica”3. 

La gioventù odierna si sente inutile, schiacciata dal peso delle mode. Emergere diventa assolutamente impossibile poiché questa possibilità è riservata solo a i VIP, perché loro e solo loro sono le “Very Important People”, solo loro hanno a disposizione uno schermo che permette popolarità immediata. Il mondo gira intorno a loro e gli altri si possono etichettare come “falliti”, come “inferiori”, anche se sono giovanissimi e hanno davanti a loro una vita intera da vivere e da plasmare e mille possibilità di realizzazione e di successo.

Da qui, da questo continuo etichettare, da questo continuo giudicare, nasce la voglia dei giovani di vestire, comportarsi, parlare, bere come tutti gli altri: un modo per “confondersi” fra gli atri, per evitare i riflettori puntati addosso, per non sentirsi ─ anche se nel fallimento e nella costante “fuga” ─ soli.

La conseguenza diretta è un’apparente esuberanza, vitalità, effervescenza, felicità che è, però, semplicemente espressione di un senso di vuoto e di solitudine sottesi.

I giovani sono consapevoli di essere soli, di costruirsi un’armatura fatta di capelli blu, di pantaloni strappati, di ombretto nero: un’armatura, però, fragile.

Un insegnante di Roma intervistato da E. Dusi afferma “Gli adolescenti soffrono di solitudine e sfuggono continuamente al confronto con sé stessi” ed ancora “fingono di avere tanti amici, ma in realtà la loro è una condizione di solitudine vuota, ottundente” 4.

La triste realtà in effetti è proprio una diffusione capillare di rassegnazione e di consapevolezza dell’insuccesso che si tramuta spesso in sfiducia e in paura del futuro. Affermare se stessi, crescere e costruire la propria identità diventa superfluo. Vitale, invece, è il contatto con molti amici, per avere almeno l’illusione momentanea di essere accettati, di essere qualcosa per qualcuno. Avere molti amici, essere popolare, avere tanti “Mi piace” sui social è l’unico modo per ribadire la propria esistenza, un modo diverso per urlare “Esisto anche io”, “Io sono diverso da tutti gli altri”, per poter emergere un po’, ma mai troppo da quella massa che dà tanta sicurezza.

Vasco Rossi canta “Voglio una vita che se ne frega di tutto”5 e molti giovani lo urlano insieme a lui ma siamo realmente sicuri che non ci interessi nulla della nostra vita? Siamo sicuri che indossare le mutande di D&G, i pantaloni a vita bassa o i leggings attillatissimi ci faccia stare bene, ci renda tranquilli? Siamo sicuri che avere 230 “Mi piace” per l’ultimo post di Facebook ci renda felici? Che dire “Povero handicappato” a un compagno renda migliori noi stessi?

Essere felici, essere realizzati è altro: è in primis essere pienamente se stessi, identificarsi, scoprirsi, conoscersi. Non abbiate paura di farlo.

 

Chiara Borri 4H

 

NOTA BIBLIOGRAFICA

1. P. Citati, Questa generazione che non vuol crescere mai, in ”La Repubblica”, 2\8\1999

2. IBIDEM

3. M. Lodoli, I Jeans a vita bassa delle adolescenti, in “La Repubblica”, 18\10\2004

4. E. Dusi, Quelli del sette in condotta, in “La Repubblica”, 2\2\2001

5. Vasco Rossi, Vita Spericolata, © Copyright 1983 by Star Edizioni Musicali Srl, Milano

                                                     CASTELLI DI CRISTALLO 

 

Tante volte guardando un film apocalittico, abbiamo sorriso sentendoci al sicuro nei nostri castelli di cristallo, così belli, così luminosi, ma anche cosi fragili; credendo l’apocalisse un evento fantastico, lontano, frutto della mente malata di qualche sceneggiatore. purtroppo però spesso è la realtà a prendere spunto dalla fantasia.

Ed è successo questo la sera del 13 novembre. Una sera temporalmente ormai lontana ma che ancora scuote                 

l’ Europa.

 

Siria Tamburlani 3F

 

 

                                                                               Ma è davvero guerra?

 

 

                                                                                         <<Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra                                                                                                         Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le                                                                                                                                                              pietre.>>  
                                                                                          -Albert Einstein.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quanto ormai, negli ultimi tempi, si sente parlare di una possibile guerra, di paura, di uomini che in nome di un dio e delle sue leggi uccidono e massacrano altri uomini; di attentati,di offensive e controffensive, e noi, noi spettatori e vittime del nostro stesso sistema, non possiamo far altro che stare a guardare passivi. Stiamo sempre, comunque, con il dito puntato, pronto a giudicare e dar la colpa a qualcuno, solo per avere false e illusorie certezze, qualcosa che dia un senso a tutto ciò che sta accadendo, una ragionevole spiegazione o motivazione, che sembra non esserci in tutta questa storia, per noi, folle. Siamo alla vana ricerca di rassicurazioni, di una verità che i nostri stessi Stati, per diritto, dovrebbero fornirci, ma ci lasciano in balia delle nostre preoccupazione e della nostra – purtroppo –  ignoranza e, quindi, anche paura; ciò ci rende più fragili, più sottomessivi a qualsiasi evenienza o potenza, a qualsiasi comando “superiore”. Il terrorismo islamico non è il solo che affrontiamo, esistono altri diversi tipi di terrorismo silenti e invisibili, ma pur sempre presenti e quando la paura fa breccia dentro di noi, fa breccia in una collettività, in una società, si perde il lume della ragione: si è pronti ad accettare qualsiasi condizione, qualsiasi regime estremo pur che faccia tacere i nostri timori interiori, perché l’uomo ha paura della paura stessa e “dell’avere paura”.

Siamo forse alle porte di una nuova guerra? Davvero un uomo può uccidere un suo stesso simile per Dio, un Dio di cui non sa nemmeno accertare la sua vera esistenza? Qual è la verità in queste vicende? Per cosa veramente stiamo combattendo? Cosa ci è stato nascosto e ci stanno nascondendo? Cosa c’è dietro le quinte di questo movimentato e strambo spettacolo, che forse a noi non verrà mai rivelato?

Viviamo in una società moderna, dove sembra non esserci più barriere, nessuno ostacolo alla cultura, stiamo vivendo un sviluppo informatico, tecnologico, stiamo progredendo e costruendo un futuro migliore, più confortevole, ma forse nel nostro lungo cammino, stiamo perdendo qualcosa di davvero importante. Sotto alcuni aspetti stiamo regredendo, il mondo sembra come essere diviso in grandi tribù neolitiche, piene di uomini che non sanno far altro che scontrarsi l’un altro, perché ignoranti e incapaci di difendersi in qualsiasi altro modo se non servendosi della violenza, per far valere i propri ideali, valori, la propria libertà, se non con la violenza. Siamo come privi di una cultura, di un passato, che ha da raccontarci e ricordarci molto, per prevenire ed evitare situazioni come quelle precedenti e che sembrano star per riaccadere, ma noi ignoriamo i nostri errori, fingiamo di aver appreso qualcosa da essi. Ciò che è stato tramandato nei libri, ciò per cui milioni di innocenti hanno perso la vita, sembra non aver più senso non appena qualcuno tocca i nostri propri averi, il nostro denaro, mette in dubbio il nostro potere. Perché è questa la guerra, non è un mezzo per riportare la giustizia o far valere i nostri diritti, è solo un mezzo per stabilire o ristabilire e difendere un potere. Citando Holly Near “Uccidere chi ha ucciso, per far capire che uccidere è sbagliato”, non è la giusta e ragionevole via per porre fine a questo terrorismo e non è nemmeno il principale motivo per cui la Francia e la Russia hanno deciso di bombardare Raqqa, l’ipotetica capitale dello Stato Islamico, o per cui la Turchia abbatte “casualmente” un jet russo. Insomma la Siria, l’Iraq, questi Paesi sono veri e propri tesori per chiunque, fonti inestimabili di petrolio, ma anche i migliori compratori di armi, dove possono essersi mai riforniti questi estremisti di un tale e così all’avanguardia armamento?! Considerare, però, questi uomini come islamici è un insulto per l’Islam e il Corano stesso, i quali questi ultimi non sono i veri motivi dei loro massacri, perché Dio non è un giustiziere, Dio non chiede a nessuno di massacrare qualcun altro. Inoltre questo islamismo estremo ha sempre ucciso e continua ad uccidere in Paesi quali la Somalia, il Kenya, la Siria stessa, per citarne alcuni, ma nessuno, nessuno delle grandi potenze occidentali ha provveduto a porre fine a questa violenza, che mostra quanto inumano possa essere l’umano.  Solo quando questi terroristi hanno attaccato la Francia, allora dentro di noi qualcosa si è smosso, allora abbiamo aperto gli occhi, finalmente, ad un mondo che da tanti anni ormai si sta deteriorando, ma solo ora amaramente ce ne accorgiamo, solo quando questi assassini si avvicinano alla nostra porta. Siamo quindi un po’ tutti ipocriti, siamo veramente una società “liquida”, che guarda solo i propri interessi individuali e non collettivi, che reagiamo solo sotto attacco, che viviamo bendati, nel nostro proprio e personale mondo, creato dalle nostre stesse menti o menti superiori che plasmano il nostro pensiero, il nostro modo di vedere la realtà. Solamente quando qualcuno ci fa cadere quella benda, solo quando qualcuno ci porta a vedere la luce ci apre la finestra della vera realtà che ci circonda, allora capiamo quanto la nostra esistenza sia solo piena di bugie, di false speranze e vane promesse, comprendiamo i danni irreparabili che abbiamo inferto a questa Terra, quei danni che abbiamo recato noi stessi, gli umani, coloro che non perdono occasione per dimostrare e ricordare quanto più evoluti e intelligenti siamo rispetto alle razze animali, quando mai si è visto un animale uccidere un sui simile se non per sopravvivenza o per difesa.

 

Marika Russo 1D

 

borsellino

Perché gli uomini uccidono le donne?

 

Televisione, giornali, internet, ogni giorno i media ci mostrano storie di morte, uomini che uccidono le proprie mogli, violentano ragazze e spargono sangue innocente. Storie purtroppo vere, storie che accadono troppo spesso, in tutto il mondo, a qualsiasi ora... Pochi mesi fa un uomo ha accoltellato ben quaranta volte la moglie, continuando a infliggere coltellate sul suo corpo senza vita.

Chiunque fosse stato lì avrebbe tentato di fermare quell'uomo, salvare quella donna ed evitare l'ennesima tragedia.

Alcuni pensano che una persona che si spinge ad ucciderne un’altra più debole e innocente meriti la stessa fine. In alcuni stati vige la pena di morte... è giusta? Per molti no, pensano sia un cattivo esempio e che non sia giustificabile la morte per l'infrazione di una legge.

L'uomo... La violenza è dovuta all'aggressività: lo stesso Freud diceva che in noi, fin dalla nascita, ci sta un principio di morte che ci spinge ad arrecare danno agli altri, una spinta interna, di violenza interiore, come un istinto primitivo che vuole uscire e che a volte, gli viene concesso.

L'irrazionalità dell'uomo che uccide, privo di senso di colpa. Per alcuni spregevoli individui uccidere è piacere, adrenalina, sangue che scorre, una coltellata, uno sparo, una vita, una vita che se ne va. Un altro fiore mietuto dalla falce della morte.

E quando queste violenze avvengono in famiglia, di fronte agli occhi di un bambino, l'innocenza, distrutta dallo stesso genitore che lo ha allevato.

Adesso quel bambino è solo, con una madre che non c'è più e un padre che spera di non rivedere mai.

È giusto? No... e allora perché non far soffrire ad una persona ciò che ha fatto soffrire ad un' altra? Perché non ritornare al vecchio "occhio per occhio, dente per dente", un uomo che uccide una donna non merita la stessa fine?

Persone senza cuore che afferrano una pistola e sparano... a volte il senso di colpa rimane, tanto che dopo il delitto l'uomo si toglie la vita. Ognuno è libero di gestire la propria vita e quindi anche di commettere il suicidio... Ma perché uccidere qualcun altro? Forse questo gli infonde coraggio, forse pensano che strappando una vita sia più leggera l'idea di togliersi anche la propria... Per ovvi motivi non lo sapremo mai,  ma resteremo con quella rabbia che non riusciamo a comprendere e che infastidisce perché in realtà non è ben definita, non capiamo come fermarla...

Pensiamo a quell'uomo che ha ucciso la moglie, e che fra qualche anno sarà di nuovo in mezzo alla gente e ci sentiamo strani, cattivi...

Pensiamo a quella donna, ora sottoterra, con quaranta coltellate sul corpo e l'orrore impresso nei suoi occhi, pieni di indelebile paura... E ci cresce la rabbia, quasi una voglia... una voglia di...

Forse Freud aveva ragione.

 

Gioele Cascapera 3F

                                                                      INCONTRO CON… ENRICO MODIGLIANI

 

                                                     Il giorno 20 Ottobre, in occasione della ricorrenza del 16 Ottobre 1943, giorno del                                                                      rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma da parte del nazifascismo, Enrico Modigliani                                                      è venuto nel nostro Istituto ed ha incontrato gli alunni delle classi quinte del Liceo, come                                                         previsto dalle attività progettuali del nostro Istituto.

 

 

 

 

 

 

Enrico Modigliani è nato a Roma nel 1937, oggi ha 78 anni, è padre di tre figli e nonno di sette nipoti, laureato in giurisprudenza, viene eletto deputato del parlamento nella XI legislatura come indipendente nella lista PRI. Durante la sua permanenza alla Camera promuove la formazione di un intergruppo che darà vita al testo della legge 205/93 contro la “discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
Accompagnato da una nipote, ha percorso la strada da Roma a Velletri, come fece nel lontano 1943, quando, per un caso fortunato, la sua famiglia riuscì a fuggire dal rastrellamento grazie all’aiuto di amici .

Il Signor Modigliani, con grande calma densa di passione, si è presentato agli alunni con una foto di quando era piccolino, ha messo dunque i suoi panni di bambino, per raccontare la sua storia, nell’intreccio degli eventi complessi della storia, realizzando così l’incontro, sempre vivo e coinvolgente, tra storia e vita, micro e macro- storia, incontro che ha indubbiamente interessato  i nostri

Il bambino Enrico, con la sua famiglia, venne coinvolto nelle conseguenze delle leggi razziali e nell’occupazione nazista  e i ricordi riportati in luce da Enrico attraverso un ricco corredo di documenti hanno consentito ai ragazzi di vivere o ri-vivere riflessioni, sentimenti, ansie provate in quel duro momento storico.

Purtroppo alcuni suoi parenti sono stati deportati nel campo di concentramento di Auschwitz e solo dopo la  liberazione di Roma nel 4-5 Giugno 1944, la loro vita “normale” poté ricominciare.
Attualmente Modigliani è membro del consiglio del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Promotore di “PROGETTO MEMORIA”,  che si propone di collaborare con le scuole.

La classe 5G qui propone una raccolta “a caldo” di riflessioni e un corale ringraziamento ad Enrico, per la sua carica inesauribile di umanità e la sua testimonianza così preziosa.

Prof. ssa Laura Mascini

 

Enrico Modigliani, il 19 Ottobre 2015 si è recato nella nostra scuola per raccontarci la sua esperienza di vita vissuta nel ghetto di Roma. Ci racconta che la sua famiglia venne coinvolta nelle conseguenze delle leggi razziali prima e dopo, dell'occupazione nazista. Si salvò con molta fortuna grazie all'aiuto di alcuni suoi amici. Purtroppo alcuni dei suoi parenti sono stati deportati nel campo di Auschwitz e dopo la liberazione di Roma, nel 5 Giugno del 1944 ricominciarono la loro vita normale. è stata una mattinata molto interessante in quanto ci si è resi conto del disagio che si provava in quelle determinate situazioni. Sto leggendo il suo libro ed è davvero interessante : quattro storie diverse ma accumunate dalla stessa sorte, quella di vivere le conseguenze delle leggi razziali. L'incontro con Modigliani è stato importante in quanto sensibilizzare le persone a ciò che è accaduto in passato significa evitare che in futuro accada di nuovo tutto ciò. Inoltre Modigliani è una persona magnifica, nel suo sguardo leggevo da un lato la sofferenza nel ricordare determinate sensazioni, dall'altro la voglia di raccontare per trasmettere un messaggio fondamentale : quello di non compiere più determinati errori.

Sara Bastianelli

 

Gioia e tristezza nello stesso momento. Una microstoria che spiega eventi mondiali durati anni. Una storia di vita non vissuta e di fuga continua. I suoi occhi lucidi emanavano la felicità di essere salvo e la tristezza per un infanzia mai avuta. Ha trovato la forza di raccontare una storia di soprusi, raccontando la sua vita intima ad un pubblico ampio che a volta nega che ciò sia avvenuto

Simone Fanelli

 

Il Signor Modigliani, è stata una persona molto carina nel rendersi disponibile per noi.
Da come si è capito, ma anche come già si era immaginato, la sua infanzia non è stata facile, eppure lui ne parlava con il sorriso sulle labbra facendo anche qualche battutina. Questo mi ha colpita molto.
Ho capito che in quel tempo, se si voleva sopravvivere, e non finire nelle mani dei nazisti, le persone ebree dovevano sempre fuggire e quindi, soprattutto per i bambini, tra cui il Signor Modigliani, e per i ragazzi non era facile: cambiare casa, lasciare i propri amici e la propria vita.
Il Signor Modigliani era un bambino e credo che questa cosa lo abbia segnato molto.
Nonostante tutto mi ha fatto molto piacere il suo modo di raccontare e di ricordare insieme a noi la sua vita passata.

Marta Guglielmetti

 

Lo scorso martedì, io ed altri fortunati alunni del quinto anno della scuola Mancinelli Falcone, abbiamo avuto il grande piacere di ascoltare le parole del signor Enrico Modigliani, che ci ha raccontato la buona sorte della sua famiglia ebrea in un periodo molto duro della nostra storia. Mentre ci raccontava come riuscì, insieme alla sua famiglia, a fuggire dai fascisti e, in seguito, dai nazisti, aveva gli occhi illuminati da una piccola gioia percepibile anche nel flebile suono della sua anziana voce. Questa felicità mi ha particolarmente colpito, poiché non è mai bello raccontare le ingiuste e numerosissime morti che caratterizzano gli anni quaranta del ventesimo secolo, invece lui ce ne ha parlato con una straordinaria forza nell’animo e un piccolo sorriso sulle labbra, come se ringraziasse per la grande fortuna che ha colpito lui e la sua famiglia, permettendogli di vivere e non solo sopravvivere.                          

Martina Latini

 

Martedì 20 ottobre è avvenuto l'incontro con Enrico Modigliani, testimone degli avvenimenti antisemiti durante il regime fascista. Modigliani ha raccontato degli eventi personali e molto toccanti. In primo luogo ha esposto la storia della sua famiglia ebraica: di come suo nonno divenne un eroe della Prima Guerra Mondiale e pochi anni dopo fu totalmente discriminato. Ha voluto far comprendere, a noi ragazzi, quanto insensate furono le azioni del regime fascista a cominciare dalla "razza italiana" alle leggi razziali. Modigliani ci ha raccontato di tutte le sue fughe, problemi,  le somme da pagare che dovette affrontare insieme alla sua famiglia quando era solo un ragazzo. Parlò di quel 16 ottobre 1943 quando si trovava a Velletri e per sua fortuna riuscì a sfuggire dalla deportazione. La sua storia arrivò fino a quel famoso 4 giugno 1944, quando finalmente Roma venne liberata, nel raccontarlo il suo volto si riempi di luce e nella sua affermazione: " il giorno più bello della mia vita", trapassò tutta la gioia per la fine di quel continuo dolore. A mio parere questo incontro è stato molto costruttivo poiché una cosa è leggere cosa è accaduto dai libri di storia ed un'altra è ascoltare la vita di un uomo che ha dovuto subire tutto ciò. Enrico Modigliani è una persona esattamente come noi e come tutte le persone morte ritenute diverse perché ebree.

Lungarini Giulia

 

Il 20 Ottobre 2015 abbiamo partecipato ad un incontro con il Signor Modigliani, un uomo di origine ebraica che ha vissuto in prima persona gli orrori delle persecuzioni al suo popolo. Abbiamo visto e letto insieme alcuni tra i tanti divieti applicati solo al popolo ebraico, costretto a vivere come nel caso di Modigliani nel Ghetto di Roma, soggetto a numerose inondazioni, a causa della sua vicinanza al Tevere, e al coprifuoco con orari prestabiliti per entrare ed uscire dal Ghetto nel quale c’erano anche pessime condizioni sanitarie. Successivamente come sappiamo gli ebrei furono deportati nei Lagher, dai quali solo pochissime persone fecero ritorno. Fortunatamente Modigliani, a quel tempo molto piccolo, e la sua famiglia riuscirono a rifugiarsi a Velletri, sopra la montagna di Morice e successivamente nelle campagne per sfuggire ai soldati. Quando la situazione divenne più stabile Modigliani e la sua famiglia , sotto falso nome, tornarono a Roma e presero in affitto un appartamento in precedenza di proprietà di una famiglia di ebrei di loro conoscenza, fortunatamente anche loro riusciti a fuggire.

Nell’ incontro ci ha mostrato una foto di lui e della sua numerosa famiglia in cui era ritratta anche sua moglie, anch'essa di origine ebraica,  presentandoci il suo libro nel quale ci racconta gli orrori di quel tempo.

Ilaria Maggiore

 

L’incontro con Enrico Modigliani è stato molto toccante, poiché egli essendo ebreo ci ha reso partecipi della sua vita durante l’attivazione delle leggi razziali del 1938 contro gli ebrei, non considerandoli una razza “pura” (ritenuta invece, quella ariana). Modigliani era molto piccolo quando dovette assistere a tutte queste persecuzioni e alla formazione dei campi di concentramento, di cui egli ce ne parlò come dei campi da cui nessuno poteva uscire se non come fumo dalla canna fumaria (le cosiddette “docce” dai tedeschi ). Quando Modigliani ci raccontò delle situazioni tragiche di quel periodo, si potè riscontrare nei suoi occhi tanta rabbia  poiché, nel raccontarci ciò, sembrava come se egli stesso stava rivivendo la situazione passata, dalla quale provò molto dolore, anche perché essendo molto piccolo, ci raccontò che non riusciva benissimo a capire quello che stava succedendo, non riusciva a capire la tristezza negli occhi dei suoi genitori, non riusciva a capire il motivo per il quale veniva differenziato dagli altri bambini. Proprio sui suoi coetanei di un tempo ci raccontò un episodio dove vide gli altri bambini indossare le lussuosissime uniformi militari, e di questo era molto geloso perché a lui non era possibile fare ciò, non era possibile agli ebrei arruolarsi, andare a scuola, possedere aziende e terreni di grandi dimensioni. Una vera e propria discriminazione  venne messa in luce con le leggi del 1938. Si potè riscontrare negli occhi di Modigliani tanta gioia quando ci parlò finalmente dell’abolizione di queste leggi razziali.

Segna Michela

 

L'incontro che c'è stato il 20 Ottobre 2015 con il Signor Enrico Modigliani è stata un'esperienza particolarmente interessante e del tutto nuova,
almeno per me. Venire a conoscenza di fatti realmente accaduti in passato, non attraverso libri di scuola, ma tramite colui che è stato protagonista di quanto accaduto, è stata una cosa davvero coinvolgente e che non dimenticherò.
Il Sig. Modigliani quel giorno nel suo raccontare i suoi primi anni di vita durante il periodo del fascismo in Italia, è riuscito a trasmettermi moltissime sensazioni, come il senso di disagio che si poteva avvertire a quel tempo se si era ebrei, a causa delle orribili e insensate discriminazioni che erano presenti.  Ma la   particolarità che mi ha colpito maggiormente, è stato il sorriso che aveva mentre raccontava.
 E' riuscito a nascondere il rancore e l'odio verso i colpevoli di quanto accaduto ; bensì rideva e sdrammatizzava molte cose , ho apprezzato in paricolar modo questo suo modo di fare.
Sono onorata di averlo conosciuto.

Rachele Silvestrini

 

La visita di Enrico Modigliani nella nostra scuola è stata particolarmente interessante, sopratutto perchè ha vissuto in prima persona un evento così grande come la Seconda Guerra Mondiale.

L'aspetto che mi ha entusiasmato di più è stato il fatto che lui, con la sua famiglia si sono rifugiati proprio qui a Velletri; un posto che come tutti gli altri luoghi di Italia ha subito la strage della Guerra. In realtà pensavo che egli fosse stato deportato e fosse riuscito a salvarsi dalla vita del campo di concentramento,ma fortunatamente è riuscito a scappare da questo pericolo che investì moltissimi ebrei. Inoltre ci ha fatto vedere tantissimi documenti dell'epoca(appartenenti alla sua famiglia) che escludevano gli ebrei da ogni incarico e posto pubblico.

Come esperienza credo sia stata molto utile in particolare per noi ragazzi del quinto, poichè ci ha illustrato cose che studieremo nel corso dell'anno ,ed è sempre interessante paragonare la storia raccontata dai libri a quella raccontata e vissuta in prima persona.

Simonetti Federica

                                                                                          

Salvatore Borsellino incontra gli studenti del Mancinelli – Falconi

 

Il giorno 14 aprile 2015 gli studenti delle classi quinte e alcune quarte del Mancinelli Falconi hanno incontrato, presso il cinema Augustus di Velletri, Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992.

Il signor Borsellino ha raccontato agli studenti del modo in cui Paolo affrontava la sua lotta alla mafia, l’amore che provava per la sua città, Palermo, e di quell’amore che l’ha portato di conseguenza a volerla cambiare rimanendo lì anche a costo di numerosi sacrifici.

Ha parlato ai ragazzi della diffusione del fenomeno mafioso dalla Sicilia in tutta Italia, che cosa l’ha portata a diventare sempre più grande, il suo adeguamento al cambiamento della società, del legame tra Stato e mafia, soprattutto nel periodo andreottiano e della successiva trattativa Stato – Mafia.

 

Ha raccontato ai ragazzi del rapporto fraterno che c’era tra Paolo e Giovanni Falcone, di come sia completamente cambiato dopo la morte di Giovanni, di come il suo viso si era trasformato, il colore dei suoi occhi era cambiato ma la voglia di andare avanti con le indagini anche in quegli ultimi 57 giorni di vita in cui voleva a tutti i costi trovare gli uccisori di Giovanni era tanta, ma alla fine anche lui è stato ucciso anche per  colpa dello Stato che non ha mai voluto combattere radicalmente la Mafia, ma ha lasciato da soli tutti quei magistrati, poliziotti, giornalisti che andavano contro la Mafia.

Oggi Salvatore Borsellino ha fondato il “Movimento delle Agende Rosse”, che prende il nome proprio dall’agenda rossa che aveva Paolo sulla quale scrisse le sue ultime indagini e che il giorno della sua morte è stata fatta sparire, sulla quale non è mai stato fatto un processo per il ritrovamento e non sono mai state ascoltate le prime persone che sono arrivate sul luogo dopo l’esplosione in cui Paolo ha perso la vita.

Il signor Borsellino ha invitato noi ragazzi a conoscere, ad informarci, a provare rabbia per quello che è successo, rabbia che ci deve spingere ad agire, a modificare le cose che non vanno, che ci sono intorno, a mantenere vive le idee di Paolo e di tutti coloro che sono morti nella lotta alla Mafia, noi giovani eravamo la speranza di Paolo e siamo oggi la speranza di Salvatore perché in qualunque campo ognuno può dare il proprio contributo nella lotta all’illegalità nella vita di tutti i giorni, per esempio non scendendo a compromessi per un posto di lavoro o non girandosi dall’altra parte quando si vedono atti di violenza, tutto questo per sentire il fresco profumo di libertà di cui parlava Paolo. 

Giorgia Dell'Omo 5G

UNA FOTO CHE FA PAURA.

Normalmente un bambino sorride durante una foto. Lo scatto qui sopra invece ritrae, in un campo profughi,una bambina siriana di 4 anni, con le mani alzate. Ha scambiato l'obbiettivo della macchina fotografica per la canna di un fucile. Questa immagine, simbolo dell'infanzia negata, ci deve far pensare. Non è giusto che l'innocenza di una bambina venga violata, non è giusto stare tranquilli nelle nostre case mentre nel mondo ci sono persone in difficoltà: madri costrette ad abbandonare i propri figli, padri costretti a combattere guerre inutili, bambini costretti a subire tutto questo. In Siria dal 2011 è scoppiata una sanguinosa guerra civile che conta oggi 360.000 morti, 76.000 solo nel 2014, di cui 3.500 bambini.

 Il volto di Hudea (la bambina nella foto) è quello dell'innocenza, il volto che esprime tutto l'orrore e lo schifo della guerra, il volto che esprime con disperazione quel desiderio sconosciuto che è la pace: la pace tra i popoli, la pace fra persone di nazionalità differenti, la pace che trasformerebbe questo mondo ingiusto in un posto dove tutti possano vivere con serenità..
I bambini sono lo specchio della verità, lo specchio e la prova per capire i nostri errori, per ragionare sulla nostra vita e sulle scelte che prendiamo.
La loro innocenza è sacra e quello che porta un bambino a scambiare una macchina fotografica per un fucile si chiama ingiustizia. Ingiustizia che non è  mai stata affrontata da una società interessata a curare solo la propria parte di terreno, che sputa odio sugli immigrati senza conoscere le loro tremende storie. Storie di guerre, di dolori, di fatiche, storie di eterne speranze, di eterni sogni. Storie che hanno occhi sofferenti, come quelli di Hudea, che un giorno dirà basta alle ingiustizie che lei e molti altri innocenti stanno subendo. E la società che noi giovani dobbiamo cambiare per il raggiungimento della pace e della giustizia sarà con te Hudea, con tutte quelle persone sfortunate che sono nate dalla parte sbagliata del mondo, con tutte quelle persone che ogni giorno sono oppresse dalle ingiustizie, con tutte quelle persone che vengono sfruttate per gli interessi dei (pre)potenti.

                       

 

 

GUGLIELMO CORVI 3°A

I falsi applausi.

È stato assolto Berlusconi.

In molti lo accusano solo per il caso Ruby, senza sapere che in realtà è la questione relativamente minore. 

Perché dimenticano che è accusato di falso in bilancio, corruzione, frode fiscale, appropriazione indebita, concorso in strage, istigazione alla corruzione, abuso d'ufficio, peculato, finanziamento illecito, corruzione giudiziaria e molte altre.

La sua carriera è costellata di reati accertati ma impuniti. I processi in tutto sono 25 e in ben 10 Berlusconi è risultato colpevole, ma è riuscito a farla franca per prescrizione, amnistia e depenalizzazione del reato. Eccone alcuni:

 

 

Mediaset (frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita). Accusa: fondi neri per centinaia di milioni con l’acquisto a prezzi gonfiati di film Usa. Dibattimento a Milano.

 

Mediatrade/2 (frode fiscale). Accusa: 10 milioni sottratti al fisco con l’acquisto di film Usa. Udienza preliminare a Roma.

 

Stragi 1993 (concorso in strage). Accusa: complicità nelle bombe mafiose a Roma, Firenze e Milano. Nuova indagine a Firenze con richiesta di archiviazione.

 

Compravendita senatori (istigazione alla corruzione). Accusa: favori e soldi promessi a senatori Unione in cambio del No a Prodi. Archiviato dal Gip di Roma.

 

Voli di Stato (abuso d’ufficio e peculato). Accusa: trasportò amiche sull’aereo presidenziale da Roma a Olbia per festini in Sardegna. Archiviato dal Tribunale dei ministri.

 

Medusa (falso in bilancio). Accusa: 10 miliardi di lire in nero accantonati dall’acquisto di Medusa Cinema. Condannato in primo grado, assolto in appello e Cassazione per insufficienza di prove.

 

Mediatrade/1 (frode fiscale e appropriazione indebita). Accusa: fondi neri dall’acquisto di film Usa. Prosciolto in udienza preliminare a Milano. Ricorso della procura in Cassazione.

 

Fondi neri Macherio (frode fiscale, appropriazione indebita e 4 falsi in bilancio). Accusa: 4, 6 miliardi di lire pagati in nero per i terreni di Macherio. Prescritti 2 falsi in bilancio, amnistiato un terzo, assolto sul resto.

 

Sme-Ariosto/2 (falso in bilancio). Accusa: fondi neri esteri per pagare giudici. Assolto perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”: l’ha depenalizzato lo stesso imputato.

 

All Iberian/1 (finanziamento illecito). Accusa: 23 miliardi di lire in nero a Craxi. Condannato in primo grado, prescritto in appello e in Cassazione grazie alle attenuanti generiche prevalenti (l’imputato è incensurato) che dimezzano la prescrizione.

 

Lentini-Milan (falso in bilancio). Accusa: 10 miliardi di lire in nero al presidente del Torino, Borsa-no, in cambio della cessione del calciatore Lentini. Prescrizione grazie alla legge B. sul falso in bilancio che accorcia la prescrizione e alle attenuanti che la riducono ancora.

 

Mills (corruzione giudiziaria). Accusa: aver corrotto l’avvocato inglese con 600 mila dollari in cambio di due false testimonianze nei processi Gdf e All Iberian. Prescrizione in primo grado, scattata dopo 10 anni anziché dopo 15 grazie alla legge ex Cirielli, varata nel 2005 dal governo dello stesso imputato Berlusconi.

 

Ecco, accusarlo solo per prostituzione minorile sarebbe troppo facile. Dobbiamo ricordare queste cose perché molto spesso ce le dimentichiamo.

Ci dimentichiamo per esempio che nel suo partito c'è stato Dell'Utri, oggi condannato per associazione esterna mafiosa che garantiva soldi alla mafia e protezione allo stesso Berlusconi, il quale teneva in casa un mafioso pluriomicida come Vittorio Mangano, dichiarato da Dell'Utri "un'eroe".

È quindi possibile che Renzi non riesca ad avere il buon senso di eliminare la prescrizione, reintrodurre il reato di falso in bilancio, inasprire le pene per corruzione, proporre una legge che proclami l'incadidabilità per i condannati?!

Dov'è finita l'onestà intellettuale nel fare politica con e per il popolo e non per creare leggi ad personam, che aumentano la povertà e favoriscono l'arricchimento di chi ha già tanto per vivere? 

La buona politica, la vera politica deve aiutare i più bisognosi, provando a non lasciare nessuno indietro.

E quindi mi chiedo: tutti quegli applausi durante i quali i grandi partiti si spellavano le mani ad applaudire le parole di Mattarella che auspicavano l'onestà, dove sono finiti?

 

Guglielmo Corvi 3A

Mostra Senzatomica

A Roma, P.zza Orazio Giustiniani 4, ex mattatoio di Testaccio, dal 6 Marzo al 26 Aprile 2015, si terrà un evento straordinario, un viaggio per trasformare lo spirito umano privandolo dalle armi nucleari.

Infatti nella mostra si parla di disarmo interiore inteso come trasformare il conflitto interiore per liberare il mondo dalle armi nucleari.

L’entrata è completamente gratuita  e la mostra presenta laboratori per i bambini e pannelli multimediali per adulti.

 

Senzatomica è una campagna per generare consapevolezza sulla minaccia delle armi nucleari.

 

 

 

Nel sito della mostra vi è scritto:

 

Promossa dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai è diretta alle persone comuni affinché rifiutino il paradosso della sicurezza fondata sulle armi nucleari e rivendichino il diritto a un mondo libero da armi.
Lo scopo è la creazione di un movimento di opinione per l’elaborazione e l’adozione di una Convenzione Internazionale sulle Armi Nucleari.

 

Come spiega inizialmente il testo, molti stati e nazioni considerano le armi nucleari come oggetti di difesa o meglio “sicurezza” per il loro Paese. Tuttavia questa opinione è inevitabilmente assurda, poiché un’arma, specie se nucleare, non può essere considerata come una sicurezza né per il proprio Paese né per il mondo.

 

Per promuovere una solidarietà popolare globale volta all’eliminazione completa e definitiva delle armi nucleari è essenziale sensibilizzare e raggiungere un gran numero di persone e organizzazioni.
Il vero “nemico”, infatti, non sono le armi nucleari in quanto tali, né gli stati che le possiedono o le costruiscono, bensì il modo di pensare che le giustifica: considerare accettabile l’opzione “annientamento totale” degli altri.

 

Per le scuole:

Senzatomica mette a disposizione alcuni strumenti utili per preparare gli studenti alla mostra “SENZATOMICA – trasformare lo spirito umano per un mondo libero dalle armi nucleari” o per poter organizzare un lavoro nelle classi in un tempo successivo alla visita.

 

 

Per maggiori informazioni visitate il sito della mostra: Senzatomica

 

Davide Asci 2°F

2 Dicembre 2014.

In questo giorno scopriamo che mafia e governo di Roma sono la stessa cosa. Si chiama Mafia capitale: uno degli spezzoni di storia più balordi nel nostro paese. Politici e amministratori si alleano con cosa nostra. Tutto questo a scapito degli onesti, degli ultimi, degli emarginati, perché è proprio su di loro che gira l'affare. Soldi pubblici che diventano privati. Ma ora è venuto fuori tutto, o quasi, e si è indignati.

Siamo un paese bellissimo, stupendo, ma sporco, senza trasparenza e soprattutto senza onestà, che è il valore che dovrebbe regnar sovrano.

Per combattere cosa nostra non bisogna farci accordi, bensì combatterla, urlare a favore della legalità e della giustizia: pretenderle.

Un grande uomo come Borsellino diceva che "politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo". Sappiamo tutti che fino ad ora è stata scelta la seconda strada. Ora però è il momento di cambiare, è il momento di dire basta a un sistema schifosamente sporco, che ha distrutto un paese. Bisogna buttare giù questa struttura lercia e iniziare a formare le basi per una società giusta, trasparente e onesta, tesa a garantire non i privilegi dei pochi, ma il benessere e la dignità di tutti.

Gramsci diceva che "quando tutto è perduto bisogna mettersi tranquillamente all'opera, ricominciando tutto dall'inizio".

È il momento per noi giovani di avere il coraggio di andare contro corrente, riprendendo nelle nostre mani il nostro futuro, con l'impegno, la partecipazione e la determinazione a svolgere fino in fondo i nostri doveri, pretendendo il diritto ad avere diritti.

 

GUGLIELMO CORVI 3A

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